IO NON SONO CHARLIE

di antonio caracciolo    IO NON SONO CHARLIE

Io non sono10934027 Charlie, come ho subito risposto a chi mi aveva rivolto un invito a dichiararmi tale. Non lo sono per tanti, tantissimi motivi che cercherò qui di enucleare, motivi importanti e non importanti, o meno importanti. Intanto, non ho mai letto il settimanale francese, che mi è noto solo per la fama che si è conquistando insultando e offendendo i cittadini di religione islamica. Assurdo oltre che idiota e turpe pensare che l’arte del ridere consista nell’offendere il prossima, per giunta al riparo di ogni impunità, garantita in Francia da un governo largamente dipendente e asservito a quella che i due politologici americani hanno chiamato timorosamente “Israel lobby”, cui viene attribuito di determinare la politica estera americana contro gli interessi del popolo americano. Ahimé, se ciò è vero per gli USA, lo è ancora di più in ogni singolo paese d’Europa per l’azione congiunta degli USA che schiacciano e opprimono i territori da loro conquistati nel 1945 e per l’azione di una eguale e più pervasiva lobby che occupa tutta l’apparato mediatico (Charlie) e tutte le istituzioni politiche, economiche, culturali, pedagogiche. Siamo messi proprio male! E non possiamo neppure parlare, ovvero se lo facciamo dobbiamo stare molto cauti, per non sbagliare una sola virgola o un solo aggettivo. I “sayanim” sono sempre in agguato, a sentire Gilad Atzmon che crede all’esistenza di questo strano esercito occulto di cui ha parlato per la prima volta una ex-spia del Mossad, che ha pure scritto un libro tradotto anche in italiano: Attraverso l’inganno. Questo il titolo, se ricordo bene: l’ho letto, però!

Io non sono Charlie, per tanti motivi che dirò poco alla volta, anche seguendo la cronaca quotidiana di eventi ancora in divenire. Naturalmente, non giustifico in nessun modo la strage parigina. Ma per un motivo molto semplice che non ha niente a che fare con “i nostri valori” di cui tanto sento sbrodolare i politici e i “giornalisti”, ceto professionale tra i più infami mai esistiti. Pretendono di essere loro la nostra testa e la nostra bocca. Noi siamo dei poveri mentecatti che possiamo avere pensieri e parole solo quando e se a loro aggrada attribuirceli. Così si sono inventati che come delle scimmie ammaestrate dovremmo ripetere: “Io sono Charlie”. E devo ammettere che molti stupidi ci stanno cascando, senza accorgersi di essere manipolati, come sempre del resto tutti quelli che non sono capaci di andarsi a trovare le notizie per loro davvero importanti o almeno essere capaci di smontare e decostruire i flussi di menzogne che ogni giorni scorrono da televisioni di regime e carta stampata, per giunta a nostre spese. È molto semplice la ragione per la quale non posso gioire per l’uccisione dei Carletti parigini come invece gioisce e tripudia un quotidiano italiano di merda per l’uccisione dei “terroristi islamici”: la vita umana (e direi anche quella animale e vegetale) è sempre e comunque sacra! Gli uomini fin dalla notte dei tempi avvertono il “sacro” che poi diventa religione strutturata. Ma la sacralità della vita viene prima di ogni religione sia essa cristiana, musulmana o giudaica. Il dio biblico – gran sanguinario lui stesso – pone il divieto di uccidere Caino non perché deve scrivere i Comandamenti, ma perché ciò che è sacro viene e veniva prima di Lui: si facciano buone letture di storia comparata delle religioni.

Certo, se i Carletti francesi avessero concesso il diritto di replica a ogni insulto e diffamazione che quotidianamente, settimanalmente, spargevano scialandosi e facendo scialare della loro impunità, noi oggi non dovremmo parlare di una tragedia dove eccetto i morti che son certi tutto il resto è oscuro e incerto. Si dice già che la Strage dei Carletti sarà il nostro 11 Settembre… Ma quali altre guerre che già non abbiamo fatto dobbiamo ancora iniziare? Al Vaticano? A San Marino? Dove ancora dobbiamo portare guerra, fame, distruzione, malattia… appunto i nostri “valori”? Vogliono metterci tutti in prigione se quotidianamente non saremmo proni a ciò che televisioni e giornali comandano? Se non rideremo quando ci dicono di ridere? Se non piangeremo e ci commuoveremo con le lacrime agli occhi quando ci faranno segno? Se non ci metteremo «in ginocchio» davanti a chi ci dicono? Certo, diventa un poco difficile immaginare cosa vanno tramando… Dobbiamo avere pazienza ed aspettare per vederlo.

Su vari siti (per tutti: “Come don Chisciotte”, si clicchi sopra nel frontespizio al n. 1, per la Homepage) si possono leggere articoli di informazione puntuale, con commenti liberi e approfonditi, su cosa poi fosse questo “settimanalgasparri_medioe satirico” nel quale si fa consistere ogni libertà di pensiero e di espressione: un’autentica schifezza! Non mi va di farne l’analisi… La tragedia ha fatto loro, ai Carletti, da volano pubblicitario: se prima nessuno sapeva niente di loro, adesso venderanno più copie. Appunto, i nostri “valori”, in un senso tutto commerciale e monetario! Gli affari! I soldi… Mi soffermo invece su un fatto che dovrebbe subito saltare agli occhi e alla mente di tutti i talkshowisti nostrani che ogni sera ci affliggono e mettono a durissima prova la nostra pazienza. Questi infami… Se sapessero tutti gli improperi che ricevono dalle nostre case… Ma è probabile che lo sappiano e facciano il classico gesto del dito, come fece ai cittadini un noto politico, protetto da cordoni di poliziotti… Lo stesso politico che spesso allietdieudonne-jean-marie-le-pena le nostre serate…

Dicevo (e chiudo): si riempiono la bocca sulla “libertà” di espressione e di pensiero, che esisterebbe solo quando la usano e per come la usano i Carletti, ma non esiste per un Dieudonné al quale sono state fatte tutte le angherie possibili e immaginabili per tappargli la bocca. È un comico musulmano che sul piano della satita (e dell’arte) avrebbe potuto benissimo fare da contraltare a tutti i Carletti messi insieme. Ma una satira “musulmana” non è consentita, mentre quella anti-islamica, o meglio la propaganda sionista dei Carletti, è sostenuta dal regime francese con tutti i suoi mezzi. Senza parlare poi dei Faurisson, di una legislazione infinita e capillare, a livello europeo, che reprime ogni autentica libertà di pensiero e introduce un vero e proprio regime di terrorismo ideologico, trasformato anche in sistema educativa… Orwell è superato al di là di ogni immaginazione…

7 pensieri su “IO NON SONO CHARLIE

  1. Mi trovi completamente d’accordo con la tua analisi storica/politica. Purtroppo saremo in pochi a condividere quanto tu dici, perché la maggior parte dell’umanità è condizionata dai mass media e dai sistemi politici che li governano. Molti fraintenderanno e diranno che noi siamo pro/terroristi, la stupidità umana non ha limiti.
    I mostri non nascono dal nulla, i mostri del fondamentalismo si sono formati nella storia di quei Paesi a seguito dell’ingordigia, dell’avidità e della disumanità di un occidente egoista e miope.
    Il fondamentalismo va combattuto cambiando completamente il paradigma dello sviluppo civile/sociale e politico dell’intera umanità.
    Bisogna iniziare da subito ad insegnare all’intera umanità che lo sviluppo, il benessere, la pace dell’intera umanità la si può raggiungere non attraverso i credi religiosi ma abbracciando una unica sola fede, “la coesistenza pacifica e la tolleranza del mondo intero”.
    Se iniziamo oggi, forse fra duecento anni ce la potremo fare.

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  2. “… i mostri del fondamentalismo si sono formati nella storia di quei Paesi a seguito dell’ingordigia, dell’avidità e della disumanità di un occidente egoista e miope.
    Il fondamentalismo va combattuto cambiando completamente il paradigma dello sviluppo civile/sociale e politico dell’intera umanità….” COME?
    Caro Arnaldo, io capisco i vostri punti di vista ma li ritengo fuorvianti dal vero problema: LA LIBERTA’ DI ESPRESSIONE CI DEVE O NON DEVE ESSERE? Il paradigma oggi è Charlie Hebdo, domani potrebbe essere qui, dopodomani ancora il Messaggero, etc.
    Ed un altro invito, un po a tutti quelli che pensano che i media siano “il demonio”: senza i media(incisioni paleolitiche, sculture’epigrafi a rilievo, pitture di ogni sorta) non avremmo potuto avere dapprima la scrittura, la stampa e in secondo momento il verbo, la parola. Tempo fa oltre ad architettura ho dispensato 4 esami di teoria e tecnica di comunicazioni di massa, all’ex magistero. semplici liberi di Evelina Tarroni, che si leggono in fretta e bene, ti/vi faranno capire una cosa molto semplice: qualunque manifestazione mediale è “compromessa” da chi la crea, essendo fornita di un “significato” e di un “significante”( e questo vale anche per le religioni), sta all’individuo crearsi, con la cultura autonoma, la libertà di discernimento e di scelta(come con il telecomando delle tv-come ho già scritto si cambia canale non si ammazza).
    A volte quello che si scrive( e mi riferisco a te e a Antonio) è già fuorviato dai media e dalla vostra informazione(autocreatasi su quei dati), che è la vostra, appunto, e non quella di tutti. Io la rispetto, tu/voi farete lo stesso con la nostra?
    natale capodiferro

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    1. Mi dispiace per te Geltrude, ma ancora fai confusione su cosa significa “libertà di stampa e d’informazione”.
      Premesso che dimostri un’arroganza nel giudizio che esprimi nei riguardi miei e di Antonio, perché “fuorviati dai media” sarai tu e tutti coloro che non accettano il contraddittorio. Se avessi letto con più attenzione e serenità quanto da noi esposto, avresti capito facilmente che condanniamo senza se e senza ma “i mostri” del fondamentalismo religioso che ammazzano per qualsiasi motivo. Detto ciò, la stampa e la comunicazione, se pur libera, hanno l’obbligo prioritario di rispettare l’etica e quindi la libertà altrui “fondamentalisti e non”.
      Nei periodi più scuri della storia, la stampa nella sua generalità si è sempre schierata dalla parte dei “padroni”, ed oggi ancor più di sempre è la vera mistificatrice della libertà e della giustizia.

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      1. caro Arnaldo, Gertrude sono io Natale Capodiferro. non vorrei inziare una nuova filippica ma ritengo che gli integralisti, quello cioè di cui mi accusi- arroganza nel giudizio, l’abbiate dimostrata voi, dichiarando ignoranti chi non capisce voi e cosa dite. pensi veramente che dietro le vostre parole ci sia sanità mentre nelle opinioni altrui c’è solo empirismo. ebbene molte volte siamo entrati in contrasto e questa non sarà l’ultima, ma opportuno sarebbe darsi una regolata su quello che si dice, visto le cose come si sono messe oggi. ammettere di aver sbagliato nel dire cose ed esprimere pensieri che nulla avevano a che vedere con il vero significato di JE SUIS CHARLIE è intelligenza. io aspetto, non so te/voi. io non sono arrogante, arrogante è colui che pensa che lo siano gli altri. mi dispiace, ma è così. poi fai e pensa come ti pare! nella tua vita mai e poi mai ti verrà in mente di fare quello che ho fatto io con te chiedendoti di pubblicare le tue osservazioni(che chiaramente condivido solo in minimissima parte). rifletti prima di dare dell’arrogante e rileggiti il testo, penso che tu non abbia ancora capito cosa sia cultura, informazione e formazione e che queste NON DEBBONO RISPETTARE PROPRIO UN BEL NULLA. ECCO PERCHE’ E’ E SARA’ SEMPRE JE SUIS CHARLIE

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        1. Caro Natale, non avevo capito che eri tu Gertrude. Ti seguo, ti leggo e per questo ti stimo, anche se non ti conosco personalmente, e pertanto non ti potrei mai considerare arrogante, la cosa di cui sono sicuro è che siamo entrambi in buona fede. A volte le tragedie che ci coinvolgono, anche emotivamente, sono talmente forti e grandi che diventa anche difficile affrontarle nel modo giusto. Ognuno di noi affronta gli eventi a seconda della proprie convinzioni, anche ideologiche. A mio avviso, anche se l’azione terroristica è da condannare senza mezzi termini, rimango sempre dell’idea che i fenomeni sociali, se pur atroci, debbono essere analizzati con attenzione e con una grande lente d’ingrandimento storica. Come ho detto nel mio post, i “mostri” non nascono dal nulla, vi è sempre qualcosa o qualcuno che li genera. E’ su questo che ci dobbiamo soffermare.

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